Le puntate precedenti
In un precedente articolo (https://www.iraccontidelcielo.com/?p=341) ho cercato di spiegare come si possa raggiungere l’idea di Zodiaco a partire dall’osservazione del cielo: la strada che potrebbero aver percorso gli antichi osservatori, sempre che le loro conoscenze astronomico-astrologiche non gli siano state ispirate direttamente dal Divino operante nel cielo stesso.
In sintesi lo zodiaco ci si presenta come un sentiero o una strada che attraversa il cielo, il percorso sul quale si muovono le cinque stelle erranti (i pianeti), la Luna e il Sole. Questa strada celeste passa nelle vicinanze di 12 particolari costellazioni che, per questo motivo, tra tutte quelle annoverate fin dall’antichità assumono un significato privilegiato.
In un secondo momento, verso la metà del I millennio a.C, forse per poter assegnare coordinate univoche alle posizioni della Luna e degli altri corpi celesti transitanti nello zodiaco, gli astronomi-astrologi babilonesi trasformarono la cintura zodiacale in un sistema geometrico esatto. Suddivisero in 360 gradi il cerchio celeste e stabilirono 12 settori al suo interno, tutti e 12 dell’ampiezza di 30 gradi. A queste porzioni di cielo assegnarono i nomi delle 12 costellazioni. Erano nati così i segni zodiacali, che più o meno si sovrapponevano alle omonime costellazioni.
A questo punto si pone una questione del tutto peculiare, che prima di questo momento non avrebbe avuto senso: dove porre il punto di partenza di questo nuovo zodiaco perfetto? Il suo grado zero come viene individuato in maniera certa?
Il punto zero dello zodiaco
Su questo punto sembra regnare una certa confusione ed esistono tuttora due scuole di pensiero fondamentali, ciascuna convinta di essere quella giusta.
Una fazione ritiene che il riferimento fosse all’origine di tipo stellare, ovvero che il punto zero dello zodiaco venisse stabilito utilizzando come riferimento la posizione di alcune stelle “fiduciarie”. Questa è la fazione dei cosiddetti sideralisti, i sostenitori dello zodiaco siderale.
La seconda fazione invece ritiene che fin da principio il punto zero coincidesse col punto vernale, ossia con il grado zodiacale occupato dal Sole all’equinozio di primavera, o che in ogni caso sia questa la corretta impostazione. In questo caso lo zodiaco viene detto tropico, o tropicale, ed è uno zodiaco strettamente connesso al corso delle stagioni, ovvero alla posizione reciproca della Terra con la nostra stella.
All’epoca in cui si è giunti finalmente all’idea di uno zodiaco geometrico esatto, circa 2500 anni fa, entrambi i sistemi di calcolo del punto zero dello zodiaco avrebbero portato a risultati simili, e forse per questo motivo non ci si prese la briga di specificare bene come si era proceduto e per quale motivo. Ai tempi di Tolomeo (II sec d.C.), zodiaco siderale e tropicale corrispondevano forse ancora meglio e nemmeno il grande astronomo-astrologo alessandrino diede particolari spiegazioni, limitandosi a far coincidere il grado zero dell’Ariete con il punto vernale, forse seguendo in ciò Ipparco (II sec. a.C.). Tuttavia abbiamo testimonianze che non fu sempre così: Eudosso di Cnido (IV sec. a.C.) ad esempio pare ponesse il punto vernale alla metà (o forse al grado ottavo) dell’Ariete. Ad ogni modo oggi, a causa del fenomeno noto come precessione degli equinozi, i due sistemi di calcolo portano a risultati abbastanza diversi: lo zodiaco tropico utilizzato dalla maggior parte degli astrologi occidentali (soprattutto da quelli europei) risulta ormai sfasato di 24 gradi rispetto a quello siderale. Ciò significa che c’è stato uno slittamento di quasi un intero segno, e chi nasce sotto il segno p. es. dell’Ariete, risulta quasi sempre dei Pesci nello zodiaco siderale.
Naturalmente per chi è interessato esclusivamente alla conoscenza astronomica del cielo, il problema di stabilire dove si trovi il punto di partenza dello zodiaco è insignificante: se ne scelga uno qualsiasi, tanto ciò servirà esclusivamente per attribuire una coppia di valori numerici a ciascun astro o pianeta del cielo.
Per chi invece attribuisce dei particolari significati alle varie porzioni del cielo e tenta di desumere dalle posizioni planetarie di un determinato momento una serie dei responsi riguardanti le condizioni della vita sulla Terra, allora non può essere una questione di puro arbitrio stabilire dove sia il punto di inizio dello Zodiaco. Il criterio seguito per la scelta di tale punto rivelerà allo stesso tempo anche quale sia la nostra opinione riguardo il fondamento dell’astrologia.
Zodiaco siderale e zodiaco tropico
Nel caso si propenda per una fondazione siderale dello zodiaco, allora i segni zodiacali indicherebbero 12 direzioni dello spazio caratterizzate da una certa qualità energetica, la quale originerebbe dalla periferia dello cielo, dalla zona esterna al sistema solare. Naturalmente non sarebbero le stelle conosciute l’origine di queste 12 qualità energetiche fondamentali, perché come abbiamo visto le 12 costellazioni non occupano porzioni di cielo ben definite. Tuttalpiù le figure zodiacali potrebbero fungere da “etichette” indicanti la natura delle varie direzioni spaziali.
Se invece propendiamo per lo zodiaco tropico significa che riteniamo che sia il Sole a creare i 12 segni zodiacali: in ognuno degli spazi di 30 gradi che il Sole attraversa nel corso dell’anno esso esprime la sua forza ed influenza sulla Terra in un certo modo specifico. Ciò sarebbe dovuto presumibilmente alla sua distanza, all’ampiezza dell’arco che traccia durante il giorno, all’angolo con il quale cadono i suoi raggi sulla superficie terrestre. Queste caratteristiche rimarrebbero come memorizzate nelle relative porzioni di cielo, andando poi a colorare anche gli “influssi” provenienti da corpi celesti e cuspidi delle case che in questi spicchi di cielo vanno a posizionarsi.
Sia lo zodiaco siderale che quello tropico hanno dei piccoli inconvenienti con cui fare i conti. Per esempio una delle questioni irrisolte legate allo zodiaco tropico è la seguente: l’analogia segni-stagioni funziona bene alle nostre latitudini, diciamo in generale nell’emisfero Nord. Ma che succede nell’emisfero Sud dove le stagioni sono invertite rispetto a noi? Il Cancro nel nostro emisfero rappresenta l’inizio dell’estate, ma dall’altra parte dell’Equatore in quel momento sta iniziando l’inverno… Cosa dovremmo fare, invertire coerentemente i segni oppure no? Alcuni astrologi propendono per l’inversione, altri invece per mantenere lo stesso ordine che vige nell’emisfero boreale.
Nel caso dello zodiaco siderale il problema principale è mettere d’accordo tutti su quali debbano essere le stelle cui far riferimento per stabilire il punto zero dello zodiaco. Le opzioni maggiori sono due: quella che segue la pista babilonese (sistema Fagan-Bradley) e quella che segue invece la pista indiana (sistema Lahiri).
Nel primo caso il riferimento è stabilito nella coppia di stelle Aldebaran-Antares, astri che si trovano in esatta opposizione nello zodiaco, sono molto luminosi e vantano una lunga tradizione. Anticamente, assieme a Regolo e Fomalhaut, facevano infatti parte delle cosiddette stelle “regali”, ovvero i quattro astri che scandivano con il loro apparire le stagioni dell’anno e vigilavano sui quattro punti cardinali.
Aldebaran è l’occhio del Toro, mentre Antares è il cuore dello Scorpione, e si trovano più o meno nella zona centrale delle rispettive costellazioni. Per questo motivo molti sideralisti posizionano il punto zero dello zodiaco in modo tale che Aldebaran e Antares si posizionino esattamente a metà del segno rispettivamente del Toro e dello Scorpione.
Nella tradizione astrologica indiana, che vanta una storia che si perde nei Veda, gli antichissimi libri sacri indiani, la stella che viene utilizzata come fulcro dello zodiaco è invece Spica, la brillante che segna la spiga nella mano della costellazione della Vergine.
Sull’astrologia vedica indiana
Mentre da noi in Occidente l’astrologia è caduta in discredito con la rivoluzione scientifica e l’Illuminismo, in India essa è rimasta una disciplina molto importante, strettamente connessa alla religione indù e alla medicina tradizionale (l’Ayurveda). A testimonianza di ciò in India è intervenuto addirittura lo Stato a stabilire attraverso una legge il sistema ufficiale per calcolare lo zodiaco: la stella Spica (per loro Chitra) deve stare al centro della Nakshatra omonima, e quindi il punto zero dell’Ariete viene posizionato di conseguenza. Le Nakshatras sono le cosiddette costellazioni lunari, una sorta di zodiaco molto antico che si suddivide in 27 parti, in corrispondenza con il periodo di rivoluzione siderale della Luna.
Questo è il sistema ufficiale e il più diffuso, tuttavia poi di fatto ogni scuola astrologica indiana, ovvero ogni dinastia familiare di astrologi, utilizza un metodo suo proprio per calcolare l’Ayanamsha, ovvero la differenza che separa il grado occupato dal Sole all’equinozio di primavera e il grado zero dell’Ariete siderale. Le differenze sono piccole ma non sempre insignificanti.
Tre zodiaci
Per concludere mi domando se per caso non sia il caso di cambiare il titolo di questo articolo: non LO ZODIACO ma GLI ZOODIACI. Da quel che abbiamo visto infatti ci sono almeno 3 zodiaci fondamentali. Il primo è irregolare e fatto di stelle: è lo zodiaco delle costellazioni. Il secondo è uno zodiaco che si sovrappone abbastanza bene al primo ma che però è ripartito geometricamente in 12 parti uguali: è lo zodiaco siderale. Il terzo è anch’esso uno zodiaco geometrico, ma segue il susseguirsi delle stagioni: è lo zodiaco tropico.
In un futuro articolo vedremo come destreggiarsi tra queste 3 opzioni e come sia possibile utilizzare uno zodiaco senza necessariamente escludere le altre possibilità.