Il Tema Natale di Ludwig Wittgenstein

In questo articolo incontriamo un personaggio molto significativo sia dal punto di vista intellettuale che personale, e che ha lasciato un segno profondo all’interno del panorama filosofico del ‘900: vediamo da vicino il tema natale di Ludwig Wittgenstein.

Fu l’ottavo e ultimo figlio di una famiglia ricchissima ai vertici dell’industria siderurgica del vecchio Impero Austroungarico. Famiglia di origini ebraiche ma che già da qualche generazione si era convertita al Cristianesimo per integrarsi al meglio nella cultura austriaca: all’epoca in cui nacque il futuro filosofo era al centro della vita culturale viennese, la loro casa era frequentata da intellettuali ed artisti del calibro di J. Brahms, che vide la prima esecuzione del suo Quintetto per clarinetto proprio a casa dei Wittgenstein. Ma veniamo subito al dunque astrologico.

Il cielo di Wittgenstein

Al momento della nascita del piccolo Ludwig Wittgenstein, il 26 aprile 1889, probabilmente erano le ore 20:30, il Sole era ormai tramontato e anche la Luna, calante, era invisibile nel settore più profondo del cielo. L’unico degli astri erranti (i pianeti) a brillare alto era Saturno, nella nona casa. Già questo lo potremmo considerare un indizio per capire la figura e il destino del nascituro, che sarebbe diventato una figura di spicco della filosofia del ‘900.

Sono gli astri più veloci che con il loro moto vanno a configurarsi ai pianeti lenti creando le figure e gli aspetti che caratterizzano il cielo di ogni preciso giorno o momento dell’anno. Quando nacque Wittgenstein, a Vienna, Sole e Mercurio uniti nel Toro perfezionavano il trigono con Giove, e si approssimavano anche alla quadratura con Saturno.

Venere, anch’essa nel segno del Toro, invece era già perfettamente quadrata a Saturno, ed anche in sestile orario alla Luna, con la quale si scambiava il segno dell’esaltazione instaurando perciò una mutua ricezione. Si tratta di una Venere potente in quanto nel proprio domicilio, governatrice di Sole, Mercurio e Marte, ed anche vicina al momento del suo Tramonto Eliaco. Eppure anche debole nel manifestare questa sua forza, a causa della sua posizione nella sesta casa.

Tornando alla Luna, dai Pesci e dalla quarta casa essa si applicava al sestile con Nettuno e Plutone.

All’ascendente sorgeva il segno dello Scorpione, e il suo governatore antico Marte era tramontato da poco perciò da considerarsi in posizione di forza in quanto verosimilmente ancora unito all’angolo occidentale. Seppur indebolito nel suo esilio zodiacale del Toro, l’astro è, come Venere, nei giorni del Tramonto Eliaco, ed oltretutto unito ad una stella delle più brillanti del cielo: Rigel, il piede sinistro del gigante Orione, anch’essa in fase eliaca significativa nel preciso giorno della nascita di Wittgenstein. Marte quindi nel complesso è probabilmente il pianeta più forte in questa carta, seguito a ruota da Saturno e Giove.

Il Toro è invece senz’altro il segno più occupato, e questo affollamento di pianeti si situa nella sesta casa.

Riflessioni su un cielo difficile

Certo, non conoscendo il soggetto nato sotto questo cielo, sarebbe stato molto difficile immaginare che potesse appartenere ad un pensatore geniale come è stato L. Wittgenstein. Ho scelto di presentare questo personaggio durante il mese astrologico del Toro anche per mostrare la complessità dell’astrologia e quanto, spesso, i luoghi comuni sui segni solari possano essere fuorvianti. In secondo luogo questo cielo di nascita è anche un caso di studio interessante ed ostico che mette alla prova le consuete tecniche interpretative, perciò quanto segue è ancor più del solito un tentativo di venire a capo delle corrispondenze tra cielo e terra.

Ma cominciamo ad affrontare il tema natale di Ludwig Wittgenstein col dire che un filosofo con valori Toro non è poi così raro in realtà, e ciò è già stato fatto notare da alcuni autori come ad esempio C. Discepolo. Lo stesso maestro riporta anche un altro dato interessante in contraddizione con l’opinione comune: in base alla sua esperienza, fatta di migliaia di casi studiati, il segno del Toro non è sempre così semplice e sereno psicologicamente, bensì annovererebbe un buon numero di soggetti tormentati da varie insicurezze e complessi. Per dare ragione di queste constatazioni si può ragionare sul fatto che il Toro dopotutto sia un “ruminante”, e ciò si pone in analogia con una mente che necessita di tornare più volte sulle cose prima di digerirle, che ama riesaminarle sempre di nuovo – cosa che si sposa bene con la riflessione filosofica. Inoltre il Toro è il segno che forse più di ogni altro è legato al contatto con la terra e i suoi frutti, cose che gli assicurano la stabilità che desidera e il sostentamento che teme gli possa venire a mancare da un momento all’altro (insicurezza strutturale di questo segno).

Nel caso di Wittgenstein la tendenza alla speculazione può essere letta anche nella condizione di invisibilità e vicinanza al Sole di Mercurio – che in questa situazione secondo la tradizione indica una mente più orientata alla riflessione teorica che pratica – e nel contributo che gli viene fornito dagli aspetti di Giove e soprattutto di Saturno, che si trova nella filosofica nona casa.

Si può supporre che anche la forte occupazione della casa sesta abbia giocato a favore di ciò, dal momento che si tratta di una casa cadente (e perciò di riflessione piuttosto che di azione), e se vogliamo anche mercuriale/virginea.

La condizione del pianeta Mercurio, sempre molto importante in un intellettuale e pensatore, è ad ogni modo piuttosto ambigua o ambivalente dal momento che si trova: in un segno, il Toro, poco congeniale ad un astro così mobile e malleabile; in una casa debole; teoricamente combusto per la vicinanza al Sole, e compromesso da un aspetto disarmonico con Saturno… allo stesso tempo però bisogna notare che è anche stretto tra i due astri benefici per eccellenza, Giove per trigono precisissimo e Venere per congiunzione. Se ne può dedurre che i due benefici abbiano compiuto il miracolo preservando la mente del filosofo dalle problematiche maggiori, seppur sia noto come Wittgenstein fosse uno spirito molto singolare, non esente da stravaganze e piccole manie.

L’animo di Wittgenstein

La tradizione astrologica dà molta importanza ai collegamenti tra Luna e Mercurio per scongiurare eventuali gravi problematiche psichiche o psicologiche, poiché ciò garantirebbe una sorta di dialogo possibile tra il mondo delle emozioni e la sfera intellettuale, fattore indispensabile alla salute mentale.

Qui non abbiamo aspetti tra i due pianeti: né eclittici, né orari, né per declinazione. Gli unici collegamenti, indiretti, tra gli astri sono dati dal trovarsi entrambi in segni venusiani, dal trovarsi Mercurio in segno lunare e, cosa ancora più importante, dal fatto che sia la Luna che Mercurio si trovino in aspetto a Venere (la luna fa un sestile orario e con Venere si trova in mutua ricezione) e a Giove (di nuovo la Luna fa un sestile orario oltre che essere in un segno di Giove), fatto che stabilisce se non altro una certa familiarità tra l’animo irrazionale (Luna) e quello razionale (Mercurio). Di nuovo quindi abbiamo i due benefici a salvare la situazione.

L’animo di Wittgenstein rimane comunque molto tormentato e conflittuale e, nonostante la mente eccezionale, il soggetto sembra mosso soprattutto da una sfera istintuale ed emotiva profondamente agitata. Abbiamo infatti il turbolento e complesso Scorpione come segno che sorge all’orizzonte, e il suo governatore Marte si trova nella ambigua situazione dell’esilio in Toro mentre è ancora abbastanza vicino al momento del Tramonto Eliaco. Anche la sua posizione nella sfera locale richiama qualcosa di simile: si trova proprio in un punto critico e indecifrabile tra il toccare l’orizzonte (DSC) e il cadere definitivamente nella problematica casa sesta – qui la correttezza dell’orario sarebbe importante. Un fatto significativo che viene in mente relativamente a questo pianeta così in rilievo è che allo scoppio della Grande Guerra Wittgenstein corse immediatamente ad arruolarsi (come soldato semplice) e si distinse poi durante il conflitto (finendo per essere catturato a Trento e internato in Italia durante gli ultimi mesi di guerra).

Marte tra l’altro risulta essere anche l’Atmakaraka di Wittgenstein, ovvero il “pianeta dell’Anima” secondo lo Jyotish, l’astrologia indiana (per ulteriori notizie su questo argomento vi rimando al mio recente articolo https://www.iraccontidelcielo.com/2024/05/07/atmakaraka-il-pianeta-dellanima/). In base a questa tradizione chi è governato da un tale astro è di solito un individuo appassionato, che vede la vita come una sfida e una battaglia, con tratti della personalità anche potenzialmente aggressivi. Tuttavia in chi ha Marte come Atmakaraka spesso si riscontra un legame sottile con il pianeta Mercurio, che spesso può rivelarsi anch’esso molto significativo nel carattere e nel destino, il che in questo caso calzerebbe molto bene. A questo riguardo voglio citare alcune righe dalla biografia di Ray Monk (WITTGENSTEIN. Il dovere del genio):

…era un po’ come se ritenesse la sua vita una battaglia permanente. Quando riusciva a realizzare qualcosa lo faceva con la sensazione di averlo fatto a dispetto della sua natura.

…il carattere estremamente rigoroso, non disposto al compromesso che costituiva un tratto dominante della personalità di Wittgenstein (…) era frutto di una lotta. Il suo temperamento di fanciullo era in realtà piuttosto dolce e remissivo, desideroso di piacere, disposto a sottomettersi e (…) accomodante per quanto riguarda la verità.

…perché dire la verità se si può trarre vantaggio da una menzogna?” (questa fu la prima questione filosofica di Wittgenstein da bambino).

La Luna, forte in casa angolare, è invece nell’iper-sensibile segno dei Pesci, perdipiù in aspetto al suo governatore moderno Nettuno, che ne esalta la sensibilità, la visionarietà, il misticismo, ma anche l’inquietudine e il potenziale sempre presente di angoscia e paranoia.

Saturno

Sembrano molto significativi la posizione e gli aspetti formati da Saturno in questo cielo di nascita, sia perché coinvolgono il nucleo principale del tema toccando il Sole e due pianeti personali in Toro, sia perché Saturno è l’astro più elevato della carta e l’unico tra quelli visibili ad occhio nudo ad essere sopra l’orizzonte.

Il settimo pianeta, signore del Capricorno e dell’Acquario, sappiamo come rappresenti la ragione, la saggezza, la riflessione critica, la regola e il limite, e come spesso caratterizzi individui seri e scrupolosi, turbati da inibizioni e da un forte senso del dovere, soggetti anche a periodi di isolamento, di melanconia o addirittura depressione. La sua posizione occidentale e il suo trovarsi in esilio nel Leone sono temperati soltanto dal trovarsi nel proprio confine (dignità essenziale minore) e fanno pensare ad un Saturno abbastanza problematico.

Trattandosi di un soggetto del Toro è particolarmente rilevante che sia Venere (governatrice proprio di questo segno) il pianeta configurato in maniera più perfetta con Saturno, attraverso un aspetto disarmonico di quadrato preciso al grado e quasi al minuto. Vediamo perciò come sia innanzitutto la dimensione sensuale ed edonistica, ma anche relazionale e sentimentale a essere colpita dal gelo e dal freno saturnino. Come abbiamo già notato poi Saturno lancia i suoi aspetti dalla casa 9, che ci parla di visione del mondo, di filosofia e di studi di alto livello, di insegnamento, ma anche di estero e di viaggi.

Tutto ciò sembra molto calzante con la figura di Wittgenstein, dal carattere molto rigoroso e intransigente, estremamente severo anche con se stesso, che visse la propria omosessualità in maniera molto conflittuale, mettendo al centro della sua vita il pensiero e la riflessione filosofica. Sappiamo anche come si sia ritirato per un anno i una specie di eremo, un rifugio costruito con mezzi di fortuna tra i fiordi norvegesi per dedicarsi alla riflessione e alla soluzione dei temi filosofici a lui cari; ha vissuto anche molta parte della sua vita a Cambridge dove ha studiato, tenuto poi i suoi seminari ed infine si è spento.

Soffermandoci ancora su Saturno notiamo che esso governa la casa terza e quadra anche Mercurio. Ciò descrive bene gli studi tecnici ai quali fu indirizzato dal padre, le inclinazioni in seguito per i problemi della logica e del linguaggio e anche il triste destino che ha colpito alcuni dei fratelli di Wittgenstein (suicidi, fughe all’estero finite male…).

Giove

Veniamo ora a Giove, anch’esso coinvolto in aspetti significativi con lo stesso nucleo di pianeti nel Toro che abbiamo visto toccati da Saturno. Così come quest’ultimo è detto dalla tradizione il grande malefico, Giove invece è stato considerato il grande benefico, e infatti sotto molti aspetti questo pianeta indica una dinamica opposta a quella di Saturno: esso espande, libera, amplifica. Inoltre questo pianeta è un significatore naturale della filosofia.

Nel cielo di Wittgenstein abbiamo un Giove alla prima stazione, quella orientale o mattutina, quando il pianeta interrompe il proprio usuale moto secondo l’ordine dei segni per iniziare l’apparente retrogradazione. Questa fase del ciclo del è un po’ controversa nelle interpretazioni degli antichi, tuttavia sembra ragionevole ritenerla più favorevole rispetto al successivo momento di occidentalità. Inoltre gli aspetti che il pianeta fa a Sole, Mercurio e Venere sono armonici (trigono).

La prima cosa che fa pensare Giove in questo tema per molti versi così duro è che abbia dato a Wittgenstein le risorse e le opportunità di volgere in qualcosa di buono le sue difficoltà. Giove governa in questo cielo la quarta casa (famiglia d’origine, il padre, la casa) e la seconda (il patrimonio, il più prossimo ambiente circostante che ci dà il sostentamento), e lui stesso occupa quest’ultimo settore.  Egli nacque infatti in una famiglia ricchissima al centro della vita culturale ed artistica della Vienna fin de siecle, e tra i numerosi fratelli Wittgenstein Ludwig appartenne alla seconda “tornata”: mentre i primi furono educati per occupare alti ruoli nell’impero industriale del padre (con esiti disastrosi), gli ultimi figli ebbero un’educazione più morbida o perlomeno più attenta a rispettarne l’indole e le predisposizioni manifestate.

E’ anche interessante che Giove sia in esilio nel Capricorno, e che non troppo distante da esso (6-7°) nello stesso segno e casa vi sia anche il Nodo Sud, che tradizionalmente è considerato avere valore privativo o sottrattivo. Ciò fa pensare immediatamente a come Wittgenstein dopo la morte del padre si sia liberato dell’immensa somma ereditata per vivere solo dell’essenziale, beneficiando artisti (Trakl e Rilke) o lasciando il denaro ai fratelli.

Le stelle fisse di Wittgenstein

Per concludere questa analisi del tema natale di Ludwig Wittgenstein vorrei aggiungere qualche riga sulle stelle fisse. Come sempre sono moltissime quelle chiamate in causa in un modo o nell’altro, tuttavia è utile segnalare quelle importanti e attivate in maniera più significativa e quelle che, seppur minori, sono accomunate per esempio da una caratteristica comune o dall’insistere su una configurazione importante del tema.

Per una migliore comprensione dei metodi utilizzati in questo tipo di analisi, come ad esempio gli aspetti orari o per declinazione e le fasi eliache delle stelle rinvio i lettori ai miei precedenti articoli (in particolare https://www.iraccontidelcielo.com/2024/04/12/adriano-olivetti-le-stelle-fisse/).

Abbiamo già citato il ruolo centrale della brillante Rigel, il luminoso piede di Orione, in fase eliaca e congiunta al governatore dell’Ascendente. La tradizione astrologica attribuisce a questa stella la natura di Giove e Saturno insieme, che va a rafforzare quindi il ruolo di questi due astri, di per sé già molto forti nel cielo del filosofo. La brillantezza di questa stella inoltre agì probabilmente anche favorendo la notorietà di Wittgenstein. Orione è la più appariscente e affascinante delle immagini che popolano il nostro cielo, rappresenta tra l’altro una figura umana ed è molto ben riconoscibile e piuttosto estesa. Inoltre secondo G. Albano (qui il suo sito web https://www.astrologiaprevisionale.net/ita-home), studioso della tradizione e grande esploratore dell’astrologia stellare, questa costellazione risulta spesso in evidenza in personaggi importanti o figure ingombranti della storia.

Sono significative anche le turbolente Hamal e Sheratan, le stelle nelle corna dell’Ariete a cui la tradizione assegna la natura mista di Saturno e Marte. Si trovano con la congiunzione natale Sole-Mercurio, e soprattutto il ruolo di Sheratan è potenziato dal trovarsi dell’astro in quei giorni a toccare l’orizzonte assieme al Sole (fase di Tramonto Cosmico).

Non si può non notare però l’importante ruolo di alcune stelle dalla natura affine a quella di Mercurio. Tre giorni prima della nascita di Wittgenstein compiva la Levata Eliaca Mothallah, che risulta anche in precisa congiunzione eclittica con il Sole e in congiunzione oraria sia con Marte (signore dell’Ascendente) che con Venere (signora dello stellium in Toro). Si tratta della α della costellazione del Triangolo, della natura di Mercurio e simbolicamente molto attinente ad un talento nel pensiero astratto logico-matematico.

All’opposizione di Sole e Mercurio troviamo Kornephoros (β Herculis) e Khambalia (λ Virginis) anch’esse stelle della natura di Mercurio, così come Rasalgethi (α Herculis) in aspetto per declinazione. La prima stella di Ercole (Rasalgethi) è anche all’opposizione oraria del signore dell’Ascendente e di Venere, mentre quest’ultimo pianeta si trova alla declinazione della β (Kornephoros).

Altre due stelle della Vergine, Zavijava (β) e Zaniah (η), sempre della natura prevalente di Mercurio, sono inoltre opposte alla Luna per distanza oraria.

Abbiamo poi alcune stelle della natura mista Venere-Mercurio: la brillantissima Vega (α Lirae) in opposizione oraria a Sole e Mercurio, quadrata a Saturno, e in trigono eclittico a Venere; Albireo (β Cygni) in fase eliaca e vicinissima al sorgere all’Ascendente; e Phact (α Columbae) opposta per distanza oraria alla congiunzione Sole-Mercurio. Data la natura planetaria di queste stelle esse richiamano la congiunzione Mercurio-Venere presente alla nascita di Wittgenstein, favorendo gli interessi culturali ed artistici.

Infine voglio citare il ruolo di quelle stelle a cui la tradizione attribuisce la natura principale di Venere, che si può ipotizzare abbiano accentuato il lato femminile della personalità di Wittgenstein, già importante nel tema del filosofo (stellium in Toro, Venere congiunta a Sole e Mercurio e in mutua ricezione con la Luna in Pesci), e il rilievo effettivo che ebbe la dimensione affettiva e relazionale. Wezen e Mirzam, la δ e la β del Cane Maggiore, risultano al Tramonto Eliaco il giorno stesso della nascita di Wittgenstein, e si trovano angolari al Discendente in congiunzione oraria a Marte. Pur non essendo in fase eliaca, sul Dsc con Marte c’è anche la ɛ, Adhara.

Sempre della natura di Venere abbiamo Almach e Mirach (ɣ e β Andromedae) in congiunzione eclittica e oraria proprio con Venere, mentre con Marte ci sono stelle venusiane e passionali appartenenti all’Ariete: Botein (δ) e la Coda (cioè ζ, che è anche congiunta al Dsc), mentre le stelline nel Muso (η, θ) stanno con Sole e Mercurio.

Tutte queste stelle hanno dato senz’altro un rilievo ancora maggiore al quadrato perfetto tra Venere e Saturno nel tema natale di Wittgenstein, che ha significato verosimilmente le difficoltà affettive e le inibizioni legate a un’omosessualità mal vissuta. E a questo riguardo voglio citare di sfuggita anche che in congiunzione a Venere c’è una stella della natura di Saturno particolarmente attivata dal trovarsi nei giorni di una fase eliaca (Menkar, α Ceti), e inoltre che appena sorta all’Ascendente, ed opposta al suo governatore, brillava una stella proprio della natura di Saturno-Venere, quella situata nella testa del Serpentario: Rasalhague (α Ophiuchi).

Il cielo della morte

Il decesso avvenne a Cambridge, il 29/04/1951, esito di un tumore alla prostata. Quella che segue sarà semplicemente una descrizione delle configurazioni celesti principali di quel giorno.

Cielo di nascita o “radix” (abbreviato rx)
Cielo di morte eretto per le 12 (l’ora del decesso è ignota)

In quei giorni si stava sciogliendo l’opposizione celeste tra Giove e Saturno, che si era formata proprio sui gradi della Luna di Wittgenstein.

Urano invece opponeva Giove rx, facendo anche un sestile al Sole rx, mentre Plutone, vicino a Saturno rx, quadrava il punto medio della congiunzione rx Venere-Marte.

Il giorno preciso della morte è presente nel cielo una figura ad aquilone, composta da Luna, Venere e Nettuno nei segni d’Aria, e Plutone in Leone. Questa configurazione tocca con il suo asse principale (l’opposizione tra Plutone e Luna), seppur con una precisione non al grado, il Saturno rx del filosofo mentre quadra il suo Marte rx, inoltre si appoggia anche con un vertice al suo Urano rx. Venivano quindi attivati i due “malefici” della tradizione astrologica più Urano, anch’esso un astro che si presta al significare il “taglio” con la vita terrena.

Marte era precisamente congiunto alla Venere rx e alla stella saturnina Menkar, e il Sole lo era a Mercurio rx.

Come alla nascita, Sheratan (natura Saturno-Marte) compiva in quei giorni il suo Tramonto Cosmico, e lo stesso faceva Mirach (natura Venere), che alla nascita si trovava congiunta alla Venere del filosofo.

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