In questo articolo esploreremo il significato dei solstizi dal punto di vista astrologico, astronomico e simbolico, e ci soffermeremo soprattutto sul solstizio d’estate e sul segno del Cancro. Infine vedremo quali stelle fisse si trovino in corrispondenza dei gradi zodiacali associati a questo segno e quali invece sorgano all’orizzonte insieme ad esso.
Fin da tempi immemorabili il corso dell’anno, come sappiamo, è scandito in moltissime culture del mondo da quattro momenti speciali, che sono determinati in effetti da precise ragioni astronomiche. Questi stessi momenti definiscono presso molti popoli anche l’inizio delle quattro stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. A partire dagli ultimi secoli precristiani anche nell’astrologia occidentale si è imposto uno zodiaco che utilizza questi quattro “cardini” dell’anno come punti fermi, e fu proprio grazie a questi riferimenti che gli antichi astronomi-astrologi greci stabilivano con precisione la posizione del Sole, della Luna e dei pianeti. Nello zodiaco tropico infatti il primo segno, l’Ariete, ha il suo inizio nel punto in cui si trova il Sole nel momento in cui arriva la Primavera; il quarto segno, il Cancro, comincia invece quando il Sole dà inizio all’Estate; il settimo segno, la Bilancia, coincide con l’arrivo dell’Autunno; il decimo segno infine, il Capricorno, inizia col principio dell’Inverno. Gli altri segni risultano dall’ulteriore ed equa suddivisione del percorso solare, ovvero dell’eclittica.
Il simbolo della Spirale e i moti del Sole
Oggi tutti noi diamo per scontato il significato degli equinozi e dei solstizi, ma abbiamo perso un po’ il senso profondo di questi giorni, quello nascosto nei simboli che tali momenti dell’anno hanno evocato nei nostri predecessori sprovvisti di media e tecnologia come li intendiamo oggi.
In molte culture uno dei simboli più ancestrali è quello della spirale, che si presenta spesso doppia e in alcuni casi addirittura tripla, come presso i Celti. E’ molto interessante vedere come questa figura si connetta al ciclo annuale del Sole, ma per capirlo è necessario avere ben presente l’esperienza percettiva dei movimenti che quotidianamente il Sole compie davanti a noi e sopra le nostre teste.
Ogni giorno la nostra stella muta leggermente – ora più velocemente ora meno – la dimensione dell’arco che disegna nel cielo sorgendo, raggiungendo la massima altezza e poi tramontando. Di solito non facciamo molto caso a questo aspetto, mentre notiamo invece l’allungarsi o accorciarsi delle giornate, ovvero delle ore di luce in confronto a quelle di buio. Ciò dipende naturalmente proprio dall’ampiezza ed altezza dei semicerchi tracciati dal Sole.
Da questo punto di vista, che probabilmente fu quello degli attenti osservatori del cielo che ci precedettero nell’antichità, si individuano innanzitutto due momenti particolari in cui avviene un fenomeno molto importante. Mi riferisco a quando il Sole inverte la direzione del suo moto agli occhi di noi osservatori: per un certo periodo lo vediamo per esempio innalzare giorno dopo giorno la sua traiettoria verso zone celesti sempre più elevate, ma poi esso rallenta fino a fermare questa sua crescita per alcuni giorni. In seguito si rimette lentamente in moto ma invertendo il movimento, cioè abbassando via via più sensibilmente i suoi archi celesti. Questi momenti di sosta che preludono al cambiamento individuano i due limiti all’interno dei quali avviene lo spostamento annuale del Sole. Furono chiamati “solstizi”, cioè stazioni o punti di arresto del Sole.
D’inverno vediamo il Sole sorgere piuttosto a sud-est sull’orizzonte, compiere poi un basso semicerchio nel cielo davanti a noi per tramontare infine a sud-ovest. Nei giorni seguenti lo ritroviamo a spuntare di nuovo alla nostra sinistra, a sud-est, ma ogni volta leggermente meno a sud del giorno precedente. Il suo percorso sopra l’orizzonte inoltre sarà via via più alto, mentre il punto in cui andrà a tramontare anche in questo caso risulterà sempre meno a sud del giorno prima.
Se agli archi che il Sole compie sopra l’orizzonte aggiungiamo quelli che il luminare deve fare la notte sotto di esso per ritornare (quasi) al punto di partenza, allora comincia a formarsi davanti a noi un’immagine che rappresenta la dinamica annuale del Sole. Non si tratta della figura del cerchio, eterno ed immutabile, bensì di quella della spirale, e ciò proprio a causa dei lievi spostamenti giornalieri dei punti di levata, culminazione e tramonto. Nei sei mesi invernali e primaverili, quando la curva tracciata dal Sole è ogni giorno più ampia, abbiamo una spirale in espansione, o centrifuga. Nei restanti sei mesi, estivi e autunnali, quando gli archi solari si rimpiccioliscono sempre più, abbiamo la spirale in contrazione, o centripeta (per approfondire cfr Cieli perduti di G. Cossard).
Volendo rappresentare tutto ciò in un’unica figura potremo farlo disegnando la caratteristica doppia spirale che troviamo quale motivo tipico nell’arte arcaica, e forse non è una coincidenza che nel glifo del segno cardinale solstiziale del Cancro si possano riconoscere proprio due spirali.
Il Solstizio d’Estate e il segno del Cancro
Soffermiamoci ora sul solstizio d’estate. Siamo nel momento in cui il Sole con i suoi archi giornalieri ha raggiunto la sua massima altezza nel cielo, il limite superiore, il punto d’arresto della sua ascesa. Le giornate sono lunghe e sempre più calde, ma d’ora in avanti inizia il moto inverso che vede il nostro luminare culminare ad un’altezza ogni giorno inferiore. In questo punto gli astronomi-astrologi dell’antichità posero il segno del Cancro.
Il Cancro è uno dei quattro segni Cardinali, che un tempo erano detti Mobili, perché con essi avveniva il cambiamento della stagione (oggi invece sono detti mobili i quattro segni che corrispondono all’ultima parte di ogni stagione, anticamente chiamati bicorporei). In particolare tra i cardinali il Cancro e il Capricorno erano considerati segni Tropici, a differenza di Ariete e Bilancia che invece erano i due segni Equinoziali.
Può sembrare singolare trovare al cardine estivo un segno d’Acqua, caratterizzato cioè da una natura fredda e umida secondo la filosofia naturale degli antichi: il freddo-umido in tale filosofia corrisponderebbe piuttosto alla qualità essenziale della stagione invernale. Inoltre il granchio è un essere che cammina sui fondali marini, ovvero sta in basso, mentre il Sole quando entra nel Cancro è al picco della sua altezza.
La motivazione di tale scelta può risultare più evidente se consideriamo il simbolo posto all’altro capo dello zodiaco, cioè al solstizio invernale: si tratta del Capricorno, cioè l’antichissimo Pesce-Capra babilonese. L’animale che rappresenta il segno è nella metà superiore capra o stambecco e nella metà inferiore pesce. Siamo quindi di fronte a un simbolo dalla duplice natura, che parla di acqua e di terra o montagna, ovvero di profondità e di altezze. Si può pensare quindi al Capricorno come ad un essere in divenire, un animale che indica un movimento ascensionale. In questo caso la figura ci appare subito appropriata a designare il momento dell’anno in cui il Sole comincia lentamente la sua ascesa dal limite inferiore verso quello più elevato.
Al solstizio estivo invece abbiamo di nuovo un animale marino, ma a questo punto non è difficile scorgere nella sua dura corazza un richiamo alle corna della capra, o alle vette rocciose dei monti. Ecco allora che il granchio sta lì ad indicarci che dal quel momento comincia la discesa: il peso della roccia riporta l’animale verso il basso, sul fondo del mare da cui era iniziata la sua ascesa e da cui potrà nuovamente ricominciare.
Questa riflessione ci aiuta anche a comprendere una delle ragioni per cui gli antichi assegnarono la signoria del segno del solstizio estivo alla Luna anziché al Sole, come verrebbe forse più spontaneo immaginare. Entrambi i luminari godono di uno status speciale tra tutte le luci del cielo a causa della loro potenza e grandezza. I loro ritmi sono stati il primo riferimento per la misura del tempo: il Sole definì il ciclo maggiore e più importante, l’anno; dalla Luna invece derivò poi il mese. Il Sole è naturalmente il luminare signore del giorno, dall’alba al tramonto; mentre la Luna lo è della notte, dal tramonto all’alba.
E’ quindi appropriato anche da questo punto di vista che a governare il Cancro sia proprio il luminare notturno dal momento che si tratta di un segno che arriva sì al culmine della luce, ma contemporaneamente ne annuncia anche il prossimo calare.
Il Cancro e le sue stelle fisse
Vediamo ora quali sono le principali stelle fisse che rientrano nei 30° zodiacali che definiscono il segno del Cancro (da 90° a 120°), e che possono arricchire l’interpretazione quando luminari e pianeti transitano in corrispondenza di esse in questo segno solstiziale. Naturalmente soltanto alcune di queste stelle si trovano effettivamente lungo l’eclittica o nelle sue immediate vicinanze, potendosi così congiungere effettivamente con i luminari e i pianeti. Tuttavia un astro importante (soprattutto un luminare o un pianeta personale) che si trovi in congiunzione precisa col grado zodiacale corrispondente ad una stella può avere un certo significato anche se questa fosse lontana dal percorso del Sole nello zodiaco (su questo argomento potete approfondire in questo mio articolo https://www.iraccontidelcielo.com/2024/05/18/le-stelle-piu-vicine-alleclittica/)
Di ognuna di esse riporterò, oltre al grado eclittico, anche la natura planetaria che la tradizione gli ha assegnato, in modo che ci si possa fare un’idea di come esse operino. Segnalerò poi la magnitudine poiché qualora si tratti di una stella brillante si potrà pensare anche all’eventualità di particolari onori o successi nel corso della vita, e inoltre menzionerò in quale parte dell’immagine celeste è collocata, perché a volte anche questo particolare può darci qualche suggerimento.
Menkalinan (β Aurigae) 0°15’, lat. 21,51. Marte-Mercurio, abbastanza brillante (m 1.90), spalla sinistra.
Propus (η Geminorum) 3°24’, lat. -0,90. Mercurio-Venere, poco brillante (m 3.30), piede sinistro (di Castore).
Tejat (μ Geminorum) 5°21′, lat. -0,89. Mercurio-Venere, non molto brillante (m 2.87), piede sinistro (di Castore).
Mirzam (β Canis Mjoris), 7°31’, lat. -41,25. Venere, abbastanza brillante (m 1.98), sul collo.
Alhena (ɣ Geminorum) 9°27’, lat. -6,74. Venere-Mercurio, abbastanza brillante (m 1.90), piede sinistro (di Polluce).
Sirio (α Canis Majoris) 14°25’, lat. -39,61. Marte-Giove, la più brillante (m -1.44), sotto la bocca.
Canopo (α Carinae) 15°18’, lat. -75,82. Saturno-Giove, molto brillante (m – 0.62), nella carena della nave.
Wasat (δ Geminorum) 18°52′, lat. -0,18. Saturno, poco brillante (m 3.50), braccio/ventre.
Castore (α Geminorum) 20°35’, lat. 10,10. Mercurio (o Giove-Mercurio), abbastanza brillante (m 1.58), testa.
Adhara (ɛ Canis Majoris) 21°06’, lat. -51,55. Venere, abbastanza brillante (m 1.50), coscia.
Polluce (β Geminorum) 23°33’, lat 6,69. Marte, brillante (m 1.15), testa.
Wezen (δ Canis Majoris) 23°44’, lat. -48,45. Venere, abbastanza brillante (m1.83), parte posteriore.
Procione (α Canis Minoris) 26°07’, lat. -16,02. Marte-Mercurio, brillante (m 0.34), coscia.
E’ interessante sapere anche quali stelle importanti sorgano all’orizzonte assieme il segno del Cancro, ovvero come si diceva un tempo i suoi paranatellonta, poiché coincidono solo in parte con quelle elencate sopra, e possono contribuire anch’esse al carattere.
Il Cancro è un segno d’Acqua governato dalla Luna e perciò quando si trova all’Ascendente è indice di emotività, sensibilità, sogno, dolcezza. Se però si sta levando all’orizzonte una stella come per esempio Betelgeuse o Polluce, che hanno una natura contrassegnata da Marte, allora possiamo immaginare che il temperamento del nativo abbia una componente più battagliera ed energica di quanto ci suggerisca soltanto un ascendente nel Cancro preso nella sua purezza.
Le costellazioni principali che sorgono assieme al Cancro sono Orione e i Gemelli, mentre tra le minori troviamo parti della Lepre, di Eridano, della Fenice, della Lince e la Fornace. Si levano con il Cancro anche alcune stelle periferiche dell’Orsa Maggiore.
Vediamo però quali sono le singole stelle più rilevanti. Non riporterò in questo caso il grado preciso con il quale ciascuna di esse sorge perché questo dato dipende molto dalla latitudine e perciò ha delle variazioni (anche importanti per le stelle distanti dall’eclittica) a seconda della località italiana che vogliamo considerare.
Castore (α Geminorum), Mercurio (o Giove-Mercurio), stella abbastanza brillante (m 1.58), testa.
Polluce (β Geminorum), Marte, stella brillante (m 1.15), testa.
Alhena (ɣ Geminorum), Venere-Mercurio, abbastanza brillante (m 1.90), piede sinistro (di Polluce).
Tejat (μ Geminorum), Mercurio-Venere, non molto brillante (m 2.87), piede sinistro (di Castore).
Wasat (δ Geminorum), Saturno, poco brillante (m 3.50), braccio/ventre.
Bellatrix (ɣ Orionis), Marte-Mercurio, abbastanza brillante (m 1.60), spalla sinistra.
Betelgeuse (α Orionis), Marte, molto brillante (m o.45), spalla destra.
Alnilam (ɛ Orionis), Saturno-Giove, abbastanza brillante (m 1.65), cintura/vita.
Rigel (β Orionis), Giove-Saturno, molto brillante (m 0.15), piede sinistro.
Zaurak (ɣ Eridani), Saturno, non molto brillante (m 2.95).
Cursa (β Eridani), Saturno, non molto brillante (m 2.75), sorgente.
Acamar (θ Eridani), Saturno, poco brillante (m 3.20). Solo nell’Italia meridionale.
Arneb (α Leporis), Saturno-Mercurio, non molto brillante (m 2.25), corpo. Solo Italia meridionale
Nihal (β Leporis), Saturno-Mercurio, non molto brillante (m 2.80), corpo. Solo Italia meridionale.
Ankaa (α Phoenicis), natura planetaria ignota, non molto brillante (m 2.40), testa. Solo Italia settentrionale.