Il cielo di Ramana Maharshi

Una figura particolarmente luminosa che ha lasciato il segno tra i cercatori dello spirito del XX secolo. Insegnava con il silenzio, con lo sguardo e con poche parole. In questo articolo studieremo insieme il cielo di Ramana Maharshi: analizzeremo le configurazioni planetarie più significative, le stelle fisse maggiormente coinvolte e tenteremo di capire come la componente astrale abbia preannunciato o perlomeno indicato la potenzialità della sua realizzazione spirituale. Infine, come tributo alla tradizione astrologica della sua terra d’origine, vedremo il cielo di Ramana Maharshi anche dal punto di vista dell’astrologia indiana o vedica (Jyotish).

Il cielo di Ramana Maharshi

L’Arudra Darshanam è una festività sacra che celebra l’apparizione del Signore Shiva come Nataraja, il Signore della Danza Cosmica. Il 29 dicembre 1879, questo evento veniva celebrato con grande devozione nel tempio Bhuminatha a Tiruchuzhi, nel sud dell’India. Durante la processione dell’icona del Signore Shiva, portata per le strade fino a tarda notte, accadde qualcosa di straordinario. Poco dopo la mezzanotte, esattamente all’una del mattino del 30 dicembre, in una casa vicino al tempio, si udì il primo pianto di un neonato. I genitori, Sundaram Iyer e Alagammal, accolsero con gioia il figlio, che fu chiamato Venkataraman. Quello stesso bambino sarebbe poi diventato noto come Bhagavan Sri Ramana Maharshi. Si racconta che al momento della nascita, una donna con problemi di vista esclamò di aver visto il neonato avvolto da una luce divina.” (I primi anni – Sri Ramana Maharshi)

Vediamo più da vicino cosa stava succedendo nel cielo mentre il saggio Ramana veniva al mondo, poi tenteremo di dare a tutto ciò un significato.

La Luna, nel segno del Cancro, culminava al Medio Cielo assieme a Castore, ma vicinissimi all’angolo erano pure Procione e Polluce, stella quest’ultima con la quale la Luna si trovava anche in congiunzione eclittica. Una Luna molto luminosa perché era appena cominciata la fase calante – il plenilunio (un’eclissi) si era verificato il giorno prima. Il luminare notturno si stava separando dalla congiunzione con il Nodo Sud e dal sestile con Marte, per applicarsi invece a Venere per trigono e a Mercurio per declinazione. Sarà quello con Venere il primo aspetto che la Luna perfezionerà dopo la nascita.

All’Ascendente sorgeva il segno della Bilancia, con la stella Spica e la costellazione della Croce del Sud. Venere nel XXIII grado dello Scorpione aveva ormai sciolto l’opposizione con Marte in Toro ma non quella con Plutone, che si formava proprio sulle cuspidi della II casa (Venere) e dell’VIII (Plutone), tra Scorpione e Toro.

Il Sole transitava nell’VIII grado del Capricorno, in casa III, e stava perfezionando un aspetto di sestile con Giove in Pesci. Piuttosto preciso anche il quadrato con Saturno in Ariete, addolcito dallo scambio di segno (mutua ricezione). Più largo invece il trigono con Marte.

Interessante per la sua esattezza anche il grande triangolo che il Sole forma con Nettuno e Urano, a cui partecipa con meno precisione Marte, congiunto a Nettuno. La figura poggia sui segni di terra e sulle case d’aria (III, VII e XI). Giove va ad aggiungersi alla configurazione, che diventa così un aquilone.

Mercurio nel XVI grado del Sagittario, in casa II, fa aspetti con Giove, Saturno e Urano, ma tutti piuttosto larghi e in fase di allentamento.

Il cielo di Ramana Maharshi (con i soli pianeti visibili ad occhio nudo).

Sulla figura di Ramana Maharshi

Alcune caratteristiche del bambino

Dopo aver descritto brevemente il cielo di Ramana Maharshi, per coloro che non conoscessero questo personaggio riporterò qualche notizia utile a inquadrarne la figura prima di entrare nell’analisi astrologica vera e propria. Si tratta di uno dei più famosi ed amati saggi/santi dell’India moderna. Nacque al finire del 1879 in un villaggio del sud dell’India, nella provincia di Madurai (Tamil Nadu).

La vita di Ramana è stata tutto sommato ordinaria durante i primi anni, da bambino amava più che lo studio lo sport e il gioco con i suoi coetanei. Aveva però a quanto si narra una incredibile memoria, ed un sonno la cui profondità aveva destato in qualche modo l’attenzione: pare che lo si potesse addirittura percuotere a piacimento, come facevano per scherzo i suoi compagni di scuola, senza che si svegliasse o accorgesse di nulla.

Il padre morì improvvisamente che Venkataraman aveva 13 anni e la famiglia si divise: lui andò a stare assieme al fratello maggiore da uno zio a Madurai, gli altri fratelli rimasero con la madre.

Da adolescente quando sentì nominare per la prima volta di Arunachala, una collina sacra a Shiva, rimase immediatamente colpito e affascinato in maniera difficilmente comprensibile. In seguito fu catturato dalla lettura di un testo dedicato ai santi devoti a Shiva: si risvegliò così la sua vocazione.

A 17 anni avvenne un evento cruciale: d’improvviso e senza cause apparenti fu colto da un tremendo timore della morte. Sentendo che stava per morire si domandò cosa la morte significasse, e se la morte del corpo implicasse la morte di lui stesso. Comprese in quel momento la sua identità con lo Spirito, indipendente dal corpo mortale. Di lì in avanti la mente di Ramana (allora ancora Venkataraman) rimase concentrata sul Sé profondo, non ebbe più paura della morte né di alcunché e divenne calmo e riflessivo.

Arunachala

Poche settimane dopo, abbandonò all’improvviso ed in segreto la casa per recarsi al tempio di Arunachala. Quasi sempre silenziosamente assorto nella contemplazione, visse come asceta nei dintorni della montagna e nelle sue grotte per molti anni, fino a stabilirsi nel luogo che divenne lo Sri Ramanasramam, dove rimase fino alla morte (Mahasamadhi).

Nel suo ritiro attirava la compagnia di bambini che venivano a giocare vicino a lui, ed animali che non ne avevano alcuna paura. Dopo qualche tempo i suoi parenti riuscirono a rintracciarlo e vennero da lui per convincerlo a tornare a casa, ma in seguito furono la madre ed un fratello minore a trasferirsi ad Arunachala e ad abbracciare la vita spirituale.

Morì nel 1950, il 14 aprile, alle ore 20.47. In quel momento una grossa meteora luminosa passava lentamente nel cielo a nord-est in direzione della cima di Arunachala e fu osservata con stupore da molte città indiane fino a Madras e Bombay.

Negli ultimi anni, dal ’47, era molto tormentato dai reumatismi e fisicamente indebolito, sembrava più vecchio della sua età. All’inizio del ’49 comparve un nodulo al gomito del braccio sinistro, si trattava di un sarcoma.

Non faceva elevati discorsi filosofici né insegnava particolari pratiche yogiche a chi veniva da lui a cercare un maestro spirituale, le sue poche parole rimandavano costantemente a una sorta di auto-analisi, a meditare domandandosi “chi sono io?”, per disidentificarsi progressivamente dagli illusori supporti psichici e realizzare che l’ego in realtà non c’è. Ma insegnava soprattutto con il silenzio e con la sua presenza.

IL CIELO DI NASCITA:

La Luna

È difficile dire molto sul cielo di un individuo di questo tipo, la cui vita esteriore è poca cosa rispetto alla dimensione delle esperienze spirituali. Vediamo però almeno alcuni punti e configurazioni chiave.

Senz’altro il primo elemento che colpisce di questo cielo di nascita ed anche il più importante è la Luna, alla massima altezza in quanto perfettamente congiunta al Medio Cielo, ed in aspetto preciso a Venere, governatrice del segno Ascendente, la Bilancia. Si trova inoltre rafforzata nel suo domicilio nel segno del Cancro ed è molto luminosa poiché il novilunio (un’eclisse) era avvenuto il giorno precedente. Ciò fa pensare immediatamente ad una personalità affascinante, carismatica e gradevole, in cui sono la dimensione intima delle emozioni, delle sensazioni, dei desideri e dell’immaginazione ad occupare il posto d’onore. In generale una simile configurazione potrebbe anche segnalare un importante talento artistico, ed è indice di popolarità e successo.

A questo primo fondamentale elemento del cielo di Ramana possiamo già collegare diversi fatti importanti della sua vita, a cominciare dalla profondità del sonno che lo caratterizzava fin da bambino. Anche la speciale memoria di cui era dotato deve aver molto a che fare con questa Luna straordinaria ed è sicuramente significativo il fatto che il Ramanasramam, il luogo in cui definitivamente si stabilì Ramana ai piedi del monte Arunachala, corrisponde al luogo di sepoltura della madre. Ella venne a vivere vicino a lui e quando si ammalò Ramana le stette vicino e si prese molto cura di lei. Dico ciò in quanto la madre, la memoria ed il sonno sono tutti significati attribuiti tradizionalmente alla Luna.

Il Sole

Al contrario della Luna il Sole, in Capricorno, è in una posizione non molto forte: si trova sotto l’orizzonte e in una casa cadente (la III), in forte aspetto soprattutto con Saturno, col quale è anche in mutua ricezione. Vi è dunque in Ramana anche un lato rigoroso e un forte senso della responsabilità. Metaforicamente potremmo anche dire che il centro della sua energia e vitalità non opera sul palcoscenico della vita esteriore (la parte visibile del cielo, quella sopra l’orizzonte), bensì sta dietro le quinte nella dimensione invisibile dell’interiorità.

La casa III è un settore particolarmente legato alla comunicazione e all’apprendimento, al leggere, allo scrivere e al parlare. Anche se il segno del Capricorno sicuramente limita l’espressività e la vivacità, non può cancellare l’importanza che questa dimensione deve aver avuto nella vita di Ramana.

Non risulta in realtà che da giovane egli abbia mai mostrato un particolare interesse per gli studi, sappiamo però che fu il padre a preoccuparsi molto per la sua istruzione e decise di mandarlo in una scuola di buon livello dove potesse imparare l’inglese. Il padre tra l’altro può essere visto proprio attraverso questi due pianeti, Sole e Saturno, che ce ne restituiscono un’immagine coerente con quanto sappiamo di esso. Morì abbastanza presto, quando Ramana aveva 13 anni, e ciò potremmo leggerlo in particolare osservando che Saturno, governatore della IV casa (la famiglia d’origine, il padre), si trova nel difficile VI settore e per di più nel segno della sua caduta.

La mutua ricezione Saturno-Sole e il buon aspetto Sole-Giove sembrano informarci però del fatto che questo padre non è stato una figura negativa né irrilevante nonostante rimanga in secondo piano rispetto alla madre: un personaggio serio, riservato, diligente ed abile, che portò precocemente sulle spalle il peso della famiglia e che col duro lavoro e la sua intelligenza si guadagnò una buona posizione.

Il cielo di Ramana Maharshi con tutti e 10 i pianeti

Indizi di spiritualità

Osservando il cielo di nascita di Ramana Maharshi potremmo chiederci quali siano i principali indizi che suggeriscono la centralità che ebbe per lui la vita spirituale.

Diverse configurazioni indicano in questa direzione, tuttavia bisogna riconoscere che senza conoscere il soggetto non sarebbe facile intuire che questa persona a 17 anni avrebbe lasciato definitivamente la famiglia e il mondo per ritirarsi nei pressi di un luogo sacro dove meditare e sperimentare l’unione col divino.

Nel senso di uno stile di vita essenziale/frugale testimonia senz’altro il Sole in Capricorno in forte aspetto con Saturno, il pianeta del silenzio, della solitudine, della serietà, della rinuncia.

Anche Giove è significativo a proposito di spiritualità, specie quando si trova in un segno come quello dei Pesci ed in aspetto anche al mistico Nettuno. Utilizzando il metodo tradizionale per individuare il “signore della genitura”, cioè la dominante planetaria, è Giove a ricoprire questo ruolo. La Luna come abbiamo visto è fortissima, ma secondo questo approccio i due luminari vanno considerati a parte, e la dominante va scelta invece tra i 5 pianeti visibili.

Perché proprio Giove? Il grande benefico qui non risulta forte dal punto di vista della sua fase eliaca, ma non lo sono nemmeno gli altri astri; al contrario di essi però Giove è nel suo domicilio. Inoltre è in una casa (la V) che gli conferisce una discreta forza (dignità accidentale); è in aspetto molto preciso con il Sole; governa per esaltazione il segno occupato dalla Luna; e risultava anche il dominatore dell’Eclisse lunare precedente la nascita.

La figura ad aquilone e la precisione degli aspetti

Tra i pianeti moderni non ci stupiamo di trovare molto forte Nettuno, associato come sappiamo ad una sensibilità speciale, all’ispirazione sia mistica che artistica, al desiderio di evasione e di fusione col tutto. Questo pianeta è indice anche facilità di accesso a stati alterati di coscienza, naturali o indotti, beatifici o tenebrosi che siano. Alla nascita di Ramana lo troviamo al trigono preciso del Sole e congiunto ad un altro pianeta personale, Marte. Inoltre Nettuno in questo tema fa parte di una configurazione più ampia certamente significativa, un aquilone in cui sono coinvolti il Sole, Giove, Marte e Urano.

Urano può interpretarsi come il fattore che ha dato un carattere così repentino e particolarmente radicale alle esperienze interiori di Ramana, e alle conseguenti scelte di vita. Marte invece è stato l’energia, la volontà e la decisione con le quali il saggio si è gettato attraverso lo squarcio nel velo che separa il mondo ordinario della dualità dalla dimensione assoluta e unitaria.

Come ho già scritto, pur essendo queste configurazioni tutte pertinenti e compatibili con delle particolari inclinazioni per la spiritualità, non sembrerebbero sufficienti a dare un giudizio sicuro al riguardo. Ad esempio ci si potrebbe aspettare di trovare accanto a ciò astri chiave nelle case XII, IX ed anche VIII. Tuttavia una cosa da rilevare è la particolare precisione con cui sono collegati i pianeti posizionati ai vertici di questa configurazione, quasi tutti entro 1° di tolleranza; solo Marte è un po’ più largo, tuttavia essendo congiunto a Nettuno viene ugualmente integrato nella figura.

LE STELLE FISSE

Nel cielo di nascita di Ramana Maharshi le stelle fisse sono un elemento che è impossibile non notare, perciò ne darò almeno una breve descrizione. Molti tra più importanti astri “inerranti” di tutto il firmamento sono qui in particolare evidenza, e in special modo quelli benefici cui la tradizione astrologica ha assegnato una natura affine a Venere, Giove e Mercurio.

All’Ascendente sorgono Spica (α Virginis, qualità Venere-Mercurio) e le stelle della Croce del Sud, in particolare Acrux, Gacrux e Mimosa (rispettivamente la α, la ɣ e la β, qualità Giove o Venere-Giove).

Con la Luna culminano le brillanti dei Gemelli Castore (β, natura Giove-Mercurio) e Polluce (α, Marte), assieme a Procione (α Canis minoris, Mercurio-Marte). Al Fondo Cielo invece troviamo Altair (α Aquilae, Giove-Marte).

Il Sole risulta congiunto per distanza oraria con Vega (α Lirae, Venere-Mercurio) e con le stelle nell’arco del Sagittario (λ, δ e ε, qualità Giove-Marte), mentre Giove è con la regale Fomalhaut (α Piscis austrini, Venere-Mercurio).

Tra le stelle citate ve ne sono alcune sottolineate anche dal trovarsi nei giorni di qualche fase eliaca, ovvero momenti particolari all’interno del loro annuale ciclo di visibilità. Si tratta soprattutto di Vega, Castore e Polluce, e dell’arco del Sagittario.

In estrema sintesi vediamo attivate molte stelle brillanti (metafora di successo ma anche di illuminazione), alcune delle quali di natura particolarmente benefica e mistica (Spica, Castore, Vega, Fomalhaut, la Croce del Sud…), ed altre che danno l’idea di forza e slancio, della vocazione a superare i confini (arco del Sagittario, Altair).

La costellazione dei Gemelli culminante con la Luna rappresenta bene dal punto di vista simbolico anche la riunificazione della componente umana della personalità con quella divina, come si può comprendere facilmente se si riflette sul mito di Castore e Polluce (trovate molte informazioni a riguardo in questo mio precedente articolo https://www.iraccontidelcielo.com/2024/07/20/castore/)

LA CARTA VEDICA DI RAMANA

Lo zodiaco siderale indiano

L’India è una terra dove l’astrologia non è mai realmente caduta in discredito né messa da parte, al contrario di quanto è avvenuto in Occidente a partire dal XVII secolo con le rivoluzioni scientifiche, l’illuminismo e poi il positivismo. L’astrologia indiana inoltre ha seguito una strada diversa rispetto a quella occidentale quanto ad alcune questioni fondamentali, in particolare il tipo di zodiaco da utilizzare. Lì lo zodiaco tropico incardinato sul punto ɣ (intersezione tra eclittica ed equatore celeste sul quale il Sole transita nel momento dell’equinozio di primavera) non ha avuto la stessa fortuna che da noi in Europa. Si è preferito mantenere invece uno zodiaco che avesse nella posizione di alcune stelle fisse importanti il suo riferimento fondamentale: nella fattispecie per gli astrologi indiani è Spica ad indicare l’esatta posizione dello 0° Ariete, che in pratica si trova al diametro rispetto a questa stella (180° di distanza).

Questo tipo di zodiaco siderale perde l’analogia con il ciclo stagionale naturale, ma ha il pregio di mantenere una buona corrispondenza tra i segni e le omonime costellazioni, e anche per esperienza personale ho potuto riscontrare come fornisca spesso informazioni interessanti.

Oltre a ciò l’astrologia vedica/indiana o Jyotish presenta molte altre particolarità e tecniche specifiche, che in parte ricordano alcune pratiche dell’astrologia occidentale antica ed in parte sembrano del tutto originali, ma di ciò mi occuperò meglio in un altro articolo. Qui vorrei limitarmi a riportare alcuni dati interessanti relativi al cielo di Ramana, riscontrabili già ad un primo livello di analisi della sua carta.

La carta radix (D1) e la Navamsha (D9) di Ramana Maharshi calcolate dal software online Deva Guru (https://deva.guru/).

Ketu, la casa 9 e Giove

Innanzitutto osserviamo che il due luminari, in case/segni opposti, si trovano assieme ai Nodi lunari, che nell’astrologia vedica sono considerati punti estremamente significativi: spesso molto problematici ma al contempo anche legati a destini particolari e potenzialità psichiche fuori dal comune. Il Nodo sud in particolare (Ketu) è collegato all’illuminazione e alla possibilità della liberazione finale, e qui lo troviamo congiunto alla Luna, che come abbiamo visto ha un rilievo eccezionale nella carta di Ramana.

Con il sistema di domificazione più diffuso nello Jyotish (case a segno intero) questa configurazione va a collocarsi nel campo 9, la casa più fortunata nell’astrologia vedica, collegata alla ricerca della conoscenza, alla spiritualità, al Guru. Una Luna molto luminosa, come in questo caso, è tra l’altro sempre considerata un fattore positivo indicante vitalità e fortuna. Anche il trovarsi in segno/casa opposta al Sole è considerato un aspetto positivo – il Sole è il significatore naturale del Divino universale, e gli aspetti nell’astrologia vedica non hanno le medesime valenze né lo stesso tipo di calcolo che hanno nel sistema occidentale.

Giove si trova molto ben posizionato, in relazione sia alla Luna che all’Ascendente, e ciò è un elemento molto importante in quanto Giove è considerato il pianeta più fortunato, indice di bontà, spiritualità e conoscenza.

L’Atmakaraka e la Navamsha

Tornando però sulla Luna, vediamo come essa rivesta un ruolo molto speciale se osservata attraverso il sistema Jaimini dei significatori accidentali (chara karaka): essa è il pianeta col grado zodiacale più alto e perciò assume il ruolo di Pianeta dell’Anima (Atmakaraka), il significatore planetario dell’individuo sotto il profilo psicologico/spirituale e il suo indicatore karmico fondamentale. Rimando chi voglia saperne di più su questi concetti all’articolo dedicato (https://www.iraccontidelcielo.com/2024/05/07/atmakaraka-il-pianeta-dellanima/).

Un’altra condizione significativa che riguarda la Luna (ma anche Giove e l’Ascendente) è la sua posizione rispetto alla fondamentale suddivisione in 9 parti (Navamsha) di ciascun segno. Nel sistema vedico sono in uso molte suddivisioni interne ai 12 segni, a partire dalle quali vengono costruite le relative carte derivate o “divisionali”, ciascuna studiata per indagare uno specifico aspetto della vita del nativo. La carta Navamsha (D9) è senz’altro la più importante tra queste, ed è sempre osservata anche solo per stabilire meglio la condizione e forza di ogni pianeta.

Qui la Luna, nel segno siderale dei Gemelli, occupa anche il Navamsha dei Gemelli e pertanto si trova nella medesima posizione sia nella carta radicale (Rashi–D1) che nella nona carta divisionale (D9). Tale condizione, detta Vargottama, è ritenuta uno speciale indice di forza spirituale e di fortuna per un pianeta, ancor di più se si tratta come in questo caso dell’Atmakaraka o pianeta dell’anima.

Ruchaka Yoga

Un’ultima nota in questa breve disamina della carta vedica di Ramana Maharshi merita il pianeta Marte. Lo troviamo molto forte in quanto nel suo domicilio dell’Ariete e contemporaneamente in una casa angolare. Quando accade che uno dei 5 pianeti visibili (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) si trovi in una condizione simile, secondo l’astrologia indiana siamo in presenza di una configurazione significativa detta delle “grandi personalità” (Mahapurusha Yoga), particolarmente efficace nel dare grade lustro all’individuo se contemporaneamente anche il Sole e l’Atmakaraka sono forti nella carta.

Quando è Marte a creare la configurazione essa prende il nome di Ruchaka Yoga e indica personalità dal grande coraggio e capacità d’azione, spesso guerrieri o militari, leader naturali dal carattere fiero ed ardito. Nel caso di Ramana può sembrare singolare trovare questo Yoga di potere (yoga in questo contesto è sinonimo di configurazione/combinazione) formato proprio dal pianeta Marte, tuttavia viene da pensare da un lato alla sua predilezione da ragazzo per lo sport e la lotta, e dall’altro al fatto che in un contesto segnato da una forte spiritualità (Marte è tra l’altro anche congiunto a Nettuno) ciò può diventare il simbolo del vittorioso “guerriero spirituale”.

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