In questo articolo vorrei radunare le informazioni più importanti riguardo la costellazione dei Pesci. Troverete perciò qui indicato il periodo migliore per la sua osservazione con alcuni suggerimenti per identificarla nel cielo, la sua corrispondenza con lo zodiaco tropico, e delle note riguardanti i suoi effetti astrologici. Scoprirete anche l’origine mesopotamica del nome e del simbolo utilizzati per indicare questa costellazione e il mito greco cui essa è associata.
Qualche dato astronomico
Più o meno tra l’8 marzo e il 20 aprile ogni anno il Sole transita nello spazio della costellazione dei Pesci, che come sappiamo è cosa diversa dall’omonimo segno zodiacale. Se rapportiamo ciò allo zodiaco tropico, ovvero quello stagionale dei segni che si utilizza per lo più nell’astrologia occidentale, questa costellazione infatti si sovrappone grossomodo agli ultimi 12° del segno dei Pesci e all’intero segno dell’Ariete. A chi volesse farsi un’idea più chiara riguardo la differenza tra i segni e le costellazioni, segnalo i due brevi articoli in cui ho trattato questo argomento così importante:
https://www.iraccontidelcielo.com/2024/02/08/lo-zodiaco-e-i-5-erranti/
https://www.iraccontidelcielo.com/2024/02/12/lo-zodiaco-parte-2/
La costellazione dei Pesci è piuttosto ampia ma è formata da stelle poco luminose; non è facile al giorno d’oggi vederla bene nel cielo a meno che non ci si trovi in un luogo adatto all’osservazione, lontano da luci artificiali – le stelle più luminose di questa figura celeste sono di quarta magnitudine. Un buon periodo per osservare questa costellazione ad ogni modo va dall’autunno e alla prima parte dell’inverno, e la parte di essa più facilmente identificabile è costituita da un gruppo di stelle disposte a formare un pentagono un po’ schiacciato. Come riferimento si può prendere il quadrato di Pegaso, che si trova proprio sopra questo gruppo di stelle, più o meno a nord di esso.
Questa figura pentagonale o circolare è la testa del Pesce meridionale, mentre quello boreale, meno visibile, lo troviamo vicino alle stelle di Andromeda e dell’Ariete ed ha una forma più stretta e triangolare. I due pesci che sono rappresentati in questa costellazione sono uniti da una corda, o un filo, che si stringe alle loro code, e la stella alpha si trova proprio su una piega al centro di questa corda: rappresenta il nodo che li tiene insieme. Il nome di questa stella è Al-Resha.
Altre stelle che si possono ricordare sono Al-Pherg (la eta), che si trova tra la corda e la coda del pesce boreale, e la epsilon, chiamata anche Filo meridionale dei Pesci, perché lì si trova. L’eclittica, la traiettoria seguita dal Sole, taglia la costellazione proprio nella corda.
Natura astrologica
Alle molte piccole stelle che compongono i Pesci sono state attribuite nature planetarie differenti in base alla posizione occupata ma, se vogliamo citare almeno le tre precedentemente nominate, allora secondo Tolomeo Al-Resha avrebbe natura Marte-Mercurio, mentre Al-Pherg e il Filo meridionale condividerebbero una qualità Saturno-Mercurio. Altrove invece alle stesse stelle vengono associate caratteristiche in parte diverse, cioè rispettivamente: Saturno, Saturno-Giove, e di nuovo Saturno.
Quando la costellazione dei Pesci si trova all’ascendente, la tradizione astrologica, che collega questo punto in modo particolare al corpo e alla sua costituzione, ci suggerisce che la tendenza sarebbe quella di smagrire la figura, ma anche di favorire una statura alta.
Il nome, il simbolo, il mito
Il simbolo che poi verrà utilizzato per indicare la costellazione dei Pesci è di origine molto remota, ne troviamo per esempio una raffigurazione su un sigillo paleo-accadico risalente all’incirca al 2500 a.C. in cui troviamo rappresentato il dio sumerico Enki/Ea con alcune creature del suo entourage. Enki è il dio della saggezza e della magia e si identifica con la sfera acquatica: controlla le piene dei fiumi, guarisce attraverso bagni e immersioni… è un dio creativo, è lui ad esempio a modellare con l’argilla la figura umana.
Sulla destra nel sigillo vediamo una figura che, mentre con una mano tiene un bastone da cui pende un granchio, nell’altra stringe un laccio a cui sono legati due pesci. Troviamo però anche rappresentazioni simili in cui gli animali appesi sono invece un pesce e un uccello, come si vede in un altro sigillo di età molto più tarda (periodo ellenistico). La costellazione dei Pesci infatti in Mesopotamia era chiamata “Le code”, probabilmente in riferimento alla parte del corpo per cui erano legate le due figure, ed era anche spesso distinta in due costellazioni separate: la Rondine (il pesce meridionale) e la dea Anunnitu (quello boreale).
Come si può immaginare gli astri di questa figura celeste non si possono considerare di per sé particolarmente “potenti” o efficaci, tuttavia è interessante l’immagine che ci presenta la costellazione, ovvero quella di due corpi principali orientati in direzioni differenti ma tenuti insieme da un legaccio. Quando questa figura si trova in punti chiave di un cielo può suggerire diversi significati simbolici che ci possono dare qualche spunto, o aiutare a riflettere a seconda del tema o del contesto in cui si trovano: ad esempio un vincolo o un legame che ci limita, oppure anche una forza capace di mettere insieme componenti che altrimenti tenderebbero alla separazione. Specialmente la corda, o addirittura il suo nodo, l’ho incontrata spesso in punti di forza del cielo riguardante incontri o matrimoni, il che mi sembra non casuale.
E’ interessante ricordare anche che nel 6 a.C. nella costellazione dei Pesci, che allora si sovrapponeva bene anche all’omonimo segno zodiacale, avvenne una appariscente congiunzione tra Giove e Saturno. Questa figura celeste fu identificata per la prima volta da Keplero come il probabile fenomeno astronomico tradizionalmente denominato Stella dei Magi, o Stella di Betlemme. La congiunzione avvenne in prossimità del Filo meridionale dei Pesci e ciò è suggestivo da un punto di vista simbolico, in quanto nel Cristo si trovano unite due nature differenti: la umana e la divina. Anche per questo probabilmente il segno zodiacale dei Pesci si considera ancora legato al Cristianesimo (oltre per il fatto che in quel periodo il Punto vernale stava passando dalla costellazione dell’Ariete a quella dei Pesci), e in ogni caso il pesce fu tra i primi simboli cristiani.
Per concludere voglio citare il curioso mito greco che a questa costellazione si collega, lo stesso in cui è chiamato in causa anche il Capricorno. Si tratta del racconto che vede Tifone attaccare gli dei per ordine della madre (Gaia, la Madre Terra). A seconda delle versioni della storia, i due pesci sarebbero gli esseri in cui si trasformano Afrodite e il figlio Eros per scampare al pericolo, oppure due esseri acquatici giunti a salvare Afrodite ed Eros, che si erano gettati in un fiume nel tentativo di fuggire da Tifone.