L’ASCENDENTE

Per chi studia l’astrologia o per chi vuole farsi perlomeno un’idea non è inutile costruirsi una buona rappresentazione dei movimenti e dei punti chiave del cielo, come ad esempio l’ascendente. Una definizione antica dell’astrologia dice infatti, né più né meno, che essa è l’arte di congetturare attraverso l’astronomia.

Tra i concetti astrologici più confusi, talvolta anche in persone che praticano l’astrologia, c’è quello di Segno Ascendente. Chiedete a qualcuno di spiegarvi cos’è e ne sentirete spesso delle belle. Se poi chiedete lumi su come si possa, almeno a grandi linee, calcolare questo segno o questo punto allora probabilmente starete mettendo in imbarazzo il vostro interlocutore.

Cos’è l’ascendente?

In realtà non c’è nulla di misterioso o di così complicato e ora cercherò di presentare questo argomento in maniera trasparente. Per capire il concetto di ascendente è necessario avere una chiara idea di come si muova il cielo. Trovate una più diffusa spiegazione dei moti della sfera celeste nei due recenti articoli in cui ho trattato il tema dei calendari dell’antichità: https://www.iraccontidelcielo.com/2024/03/26/il-cielo-come-misura-del-tempo/ e https://www.iraccontidelcielo.com/2024/03/29/calendari-stellari/

l primo e il più evidente dei moti celesti è la rotazione in senso orario attorno a noi osservatori terrestri. Se ci posizioniamo rivolti a sud vedremo per esempio il Sole sorgere al mattino alla nostra sinistra; di qui esso poi compirà il suo arco nel cielo raggiungendo l’altezza massima verso mezzogiorno di fronte a noi, per andare a tramontare poi alla nostra destra.

Se il Sole non nascondesse con la sua luce quella di tutte le altre stelle, vedremmo allora che tutto il firmamento segue lo stesso identico moto. Lo possiamo facilmente constatare guardando il cielo notturno: tutte le stelle si muovono compattamente, ognuna seguendo il proprio specifico arco più o meno ampio: sorgono all’orizzonte orientale, culminano a sud e tornano ad inabissarsi verso occidente.

Tutto ciò è detto moto diurno, perché si compie ogni giorno. Oggi l’astronomia ci spiega che questo movimento è apparente e deriva dalla rotazione della Terra sul proprio asse, che genera l’alternarsi di giorni e notti.

Il segno ascendente è legato proprio a questo moto: esso indica null’altro che la porzione di cielo che sta sorgendo all’orizzonte in un preciso momento, giorno o notte che sia. Più in particolare esso è quella dodicesima parte del circolo zodiacale (cioè quel segno) che sta emergendo a oriente.

Il punto esatto dello zodiaco intercettato dalla linea dell’orizzonte indicherà il grado specifico del segno ascendente: il 20 marzo 2024 alle ore 4:07 (equinozio di primavera) nel cielo di Roma sorgeva ad esempio l’ottavo grado dell’Acquario.

Poiché il moto diurno si compie ovviamente in 24h e i segni sono 12, ne consegue che mediamente un segno impieghi 2 ore per attraversare l’orizzonte levandosi: l’ascendente quindi cambia di segno ogni 2 ore. E poiché ogni segno ha un’ampiezza di 30 gradi (360:12=30) ci vogliono circa 4 minuti perché cambi il grado ascendente di ogni segno.

Questi valori sono medi e perciò variano a seconda del segno che sta sorgendo: ve ne sono di più rapidi (dal Capricorno ai Gemelli) e di più lenti (dal Cancro al Sagittario). Questo fatto dipende da ragioni geometriche, ovvero dal fatto che il circolo zodiacale è obliquo rispetto all’equatore. Utilizzando un software di simulazione astronomica si capisce questo fenomeno immediatamente.

Dal punto di vista tecnico il calcolo dell’ascendente parte dall’individuazione del Medio Cielo, ovvero del punto dello zodiaco che sta culminando in un dato momento. Conoscendo il grado zodiacale che ha raggiunto il punto più alto nel cielo, e che perciò si trova allineato con il meridiano locale, possiamo individuare la linea teorica dell’orizzonte locale e conoscere di conseguenza in quale segno e grado preciso essa intersechi lo Zodiaco, sia ad est che a ovest. Il punto d’intersezione a est sarà l’ASC, quello a ovest il DSC (discendente). Si utilizza un sistema temporale per questi calcoli: l’orizzonte teorico si trova sempre a una distanza oraria di 6 ore dal Medio cielo. Per chi non conosce la materia può sembrare singolare misurare una distanza in ore, ma è lo stesso sistema utilizzato anche per la suddivisione delle case o settori astrologici dal sistema più popolare e diffuso oggi, il Placidus: le cuspidi di questi settori distano infatti per definizione 2 ore l’una dall’altra.

Il significato dell’ascendente

Al di là di questi aspetti teorici abbiamo capito che il segno ascendente è quello che sta sorgendo a est. Dal momento che l’orizzonte è il limite di ciò che possiamo vedere dal nostro punto di osservazione, il segno che sta sorgendo (o ascendendo) sta valicando questa speciale soglia che separa l’invisibile dal visibile. Ciò si può mettere più che legittimamente in analogia col venire alla luce, ovvero col nascere. Da questo punto di vista quindi il segno ascendente è quello che nasceva proprio nel momento in cui nascevamo noi: il pezzetto di cielo che si stava rendendo visibile mentre anche noi ci mostravamo al mondo per la prima volta uscendo dal grembo di nostra madre.

Ecco qual è la strettissima relazione tra noi e il nostro ascendente.

Potremmo quindi dire che il segno ascendente, e in particolare il punto preciso di quel segno che sta sull’orizzonte, rappresenti la forza con cui nasciamo, la qualità sottile con cui ci manifestiamo nel mondo e che ci accompagnerà poi sempre nella vita.

E’ curioso che a seconda dell’autore possiamo leggere diversi modi di caratterizzare l’ascendente per quanto concerne il ruolo che gioca all’interno della personalità. Vi è pure chi senza fare troppe sottigliezze mette ascendente, Sole e Luna sullo stesso piano attribuendogli uguale importanza, ma l’interpretazione forse più diffusa vede in questo punto il modo in cui l’individuo appare agli altri, la sua maschera sociale per così dire, qualcosa che per certi versi corrisponde ad una superficie che nasconde la parte più vera, rappresentata invece dal Sole. Eppure alcuni astrologi vedono proprio nell’ascendente il nucleo più autentico della personalità, mentre al Sole spetterebbe ciò che nella persona è maggiormente in evidenza o in luce.

E’ interessante anche che nell’antichità fosse proprio l’ascendente il punto considerato più caratterizzante un individuo: la parola “oroscopo” infatti significava proprio questo punto, e tecnicamente lo indica ancora. Nell’astrologia vedica (Jyotish) il segno ascendente ed il suo pianeta governatore sono ancora oggi punti ben più significativi rispetto al Sole, e vengono messi più o meno al pari con la Luna.

Attraverso la mia esperienza ed i miei studi sono giunto alla conclusione che ci sia del vero in tutte queste differenti posizioni. Non mi sentirei di paragonare l’ascendente ad una maschera nel senso di qualcosa di posticcio o finto atto a nascondere o proteggere la vera natura del soggetto; tuttavia mi sembra vero che questo punto indica un quid che si manifesta in prima battuta, subito, e che quindi in un certo senso appare e può essere visto anche dagli altri. Si tratta di una qualità o una modalità che esprimiamo in maniera assolutamente spontanea e che costituisce sempre la nostra prima risposta. Si potrebbe dire che l’ascendente rappresenti bene la nostra “modalità di ingaggio” con il mondo e perciò riflette qualcosa di profondamente personale e connaturato con la nostra essenza.

Credo sia significativo anche che a questo punto si sia sempre attribuita una particolare connessione con la costituzione fisica e il temperamento, perché anche questo la dice lunga su quanto siano probabilmente profonde le radici dell’ascendente in noi.

Parlando in termini un po’ esoterici alcuni identificano questo punto con la personalità terrena ovvero con l’ego dell’uomo, mentre la sua componente superiore (la scintilla divina che è il sé superiore) sarebbe rappresentata dal Sole. In quest’ottica l’ascendente potrebbe sembrare qualcosa di estraneo e fuorviante, quasi un ostacolo rispetto alla nostra vera essenza spirituale. Tuttavia mi chiedo: è verosimile che un’anima che debba incarnarsi scelga una linea ereditaria e quindi un corpo che non rifletta in maniera significativa la sua essenza spirituale o almeno quella parte di essa che dovrà essere in evidenza durante quella particolare esperienza terrena? Chissà, forse esistono casi e casi. Purtroppo la verità metafisica di questi fatti rimane per ora celata a me come alla maggior parte dell’umanità.

Ampliare l’orizzonte: le stelle fisse

Ora vorrei allargare un po’ l’orizzonte riguardo l’ascendente, e intendo queste parole in senso letterale. In ogni istante sulla linea dell’orizzonte orientale non sorge soltanto un certo grado di un certo segno zodiacale. Assieme ad esso si levano anche alcune costellazioni e singole stelle, che si trovano quindi nella medesima analogia con noi del segno/grado ascendente.

Nell’astrologia praticata oggi le stelle fisse solitamente non sono molto considerate, anche perché la maggior parte di esse si trova lontana dal percorso seguito dal Sole e dai pianeti lungo lo zodiaco, e ciò può indurre a pensare che non possano avere grande relazione con i fattori astrologici principali. Di fatto l’astrologia corrente per lo più riduce il cielo a ciò che avviene lungo l’eclittica. Questo è un approccio discutibile ma che ha, volendo, anche una sua logica. Tuttavia ritengo che attraverso il contatto con l’orizzonte e il meridiano, ovvero con i quattro angoli o punti cardinali del tema, sia possibile cominciare (anzi ricominciare) ad ammettere anche il ruolo astrologico delle stelle fisse.

A questo riguardo, in relazione all’ascendente credo sia importante considerare però l’effettiva presenza sull’orizzonte di una certa stella, poiché se ci affidiamo semplicemente al dato di longitudine che alle stelle viene attribuito nelle varie tabelle reperibili nei testi disponibili e nelle pagine web rischiamo di farci un’idea sbagliata. Il motivo di ciò non sta in un errore delle tabelle, quanto piuttosto nell’utilizzare il grado di longitudine zodiacale che esse riportano senza valutarlo assieme alla latitudine della stella. Anche in questo caso la questione può sembrare complicata, ma attraverso la rappresentazione di un software astronomico questo fatto risulta lampante.

Per concludere quindi invito a osservare anche le stelle e le costellazioni che con-sorgono con i gradi zodiacali dell’ascendente. Osserviamo innanzitutto la loro natura intrinseca, che la tradizione astrologica definisce attraverso l’analogia con i pianeti, poi anche la loro natura simbolica, che è data dall’immagine celeste e dai miti ad essa collegati. Valutiamo come queste informazioni si integrino con la struttura e le tendenze indicate dal tema natale, o addirittura con i pianeti che si trovano all’ascendente, se ve n’è qualcuno. Naturalmente le stelle più brillanti avranno un potere maggiore, così come quelle che stanno compiendo in quei giorni una fase eliaca.

Un ultimo modo tradizionale di utilizzare le stelle che sorgono all’orizzonte che vorrei ricordare consiste nell’osservare la natura di queste costellazioni per trarne indicazioni sulla conformazione del corpo del nativo. Se si tratta di figure di forma umana esse contribuiranno a dare al corpo una figura proporzionata e armonica; se le stelle che le compongono sono poco visibili renderanno il corpo più esile; se infine si tratta di costellazioni estese esse tenderanno a produrre corpi di grandi dimensioni (spero sia superfluo aggiungere che tutto ciò evidentemente va sempre considerato in rapporto alle potenzialità legate ai fattori genetici del soggetto).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto