Atmakaraka, il Pianeta dell’Anima

L’astrologia indiana o vedica che dir si voglia (Jyotish) è per molti versi lontana dalla nostra astrologia, soprattutto dall’astrologia moderna prevalentemente psicologica ed evolutiva, tuttavia vi sono molte cose interessanti al suo interno. Questo articolo è dedicato ad uno degli argomenti a mio avviso più affascinanti: il concetto di significatore dell’anima, in sanscrito Atmakaraka, chiamato anche più semplicemente Pianeta dell’Anima.

Cenni sull’astrologia indiana

Volendo dare qualche ragguaglio sullo Jyotish, per fornire un minimo di contesto all’argomento di cui parleremo, bisogna dire innanzitutto che in India l’astrologia è una disciplina diffusissima ed accettata, strettamente legata alla medicina tradizionale (Ayurveda), alla religione indù che prevede i concetti di reincarnazione e di karma e che vede in ogni cosa il manifestarsi della Divinità in una delle sue innumerevoli forme. L’astrologia vedica è inoltre è portata avanti all’interno di tradizioni familiari e linee di trasmissione ininterrotte attraverso i secoli, ed è caratterizzata da un approccio molto pratico se confrontato con quello che spesso ha invece da noi in occidente: si va dall’astrologo per programmare un matrimonio, per ottenere un rimedio volto contrastare una specifica problematica di salute, di denaro etc. Si capisce facilmente che nel corso della sua storia l’astrologia in India non ha subito in maniera significativa la crisi attraverso cui è passata da noi in seguito alla rivoluzione scientifica e all’Illuminismo.

Parlando delle differenze con la nostra astrologia occidentale non si può non partire dal fatto che lo zodiaco utilizzato in India non corrisponde esattamente al nostro: laggiù l’Ariete (per loro Mesha) pur rimanendo il primo segno dello zodiaco non comincia in corrispondenza dell’equinozio di primavera, bensì quasi un mese dopo. Ciò dipende dal fatto che il riferimento per il loro intero zodiaco è di tipo stellare e non stagionale: si parla infatti di astrologia siderale anziché tropicale, tuttavia neppure lo zodiaco indiano corrisponde effettivamente a quello delle costellazioni visibili nel cielo. Non ripeterò qui la spiegazione particolareggiata della differenza tra zodiaco siderale, tropicale e delle costellazioni: tutti gli interessati troveranno due articoli dedicati a questo interessantissimo tema già pubblicati all’interno di questo stesso spazio web (quello più specifico è https://www.iraccontidelcielo.com/2024/02/12/lo-zodiaco-parte-2/).

Un’altra grande differenza è che esiste nella tradizione astrologica indiana un secondo e probabilmente più antico zodiaco, di origine lunare anziché solare, costituito da 27 (o in certi casi 28) “segni” o asterismi chiamati Nakshatras, dotati ciascuno di un’ampiezza di 13°20’. Gli astrologi indiani infatti danno maggiore importanza alla posizione della Luna piuttosto che a quella del Sole, e la Nakshatra occupata dalla Luna ha qui una funzione particolarmente rilevante.

Naturalmente i pianeti transaturniani, quelli cioè non visibili ad occhio nudo, non vengono utilizzati nello Jyotish (come nell’astrologia antica occidentale) mentre grande importanza è attribuita ai Nodi della Luna, che loro chiamano Rahu (Nodo Nord) e Ketu (Nodo Sud) ed equiparano sostanzialmente agli altri pianeti.

Anche gli aspetti nell’astrologia vedica seguono una logica differente da quella utilizzata da noi astrologi occidentali: non si osservano particolarmente i gradi per il loro calcolo bensì l’intero segno, perciò due pianeti in segni opposti saranno sempre considerati anch’essi opposti, anche qualora fossero distanti ad esempio 25°. Inoltre gli aspetti non si distinguono in armonici e disarmonici in base al tipo di figura ma dipendono esclusivamente dalla natura dei pianeti che si incontrano. Un’altra particolarità a questo proposito è che, a parte la congiunzione e l’opposizione che sono comuni a tutti, alcuni pianeti si caratterizzano per degli aspetti tipici che possono fare in via esclusiva: caratteristico di Giove ad esempio è quello che chiameremmo trigono, perché opera tra i segni dello stesso elemento; Saturno fa invece un sestile in avanti (seguendo l’ordine dei segni) e un quadrato all’indietro etc.  Un altro aspetto della massima importanza nello Jyotish è quando due pianeti si scambiano di segno, trovandosi quindi l’uno nel domicilio dell’altro, similmente a quanto nell’astrologia antica veniva chiamato mutua ricezione, o più precisamente commutatio.

Venendo poi al sistema di domificazione, il più ampiamente utilizzato è quello detto a segno intero, dove la prima casa corrisponde con l’intero segno intercettato dall’ascendente, e tutte le altre di conseguenza vengono a coincidere con i segni successivi. Di estrema importanza in questo sistema è anche il governo delle case: a determinare la condizione di forza e di dignità di una casa/segno è soprattutto la condizione del suo pianeta governatore. Ad esempio è estremamente importante la posizione e la condizione del governatore del segno ascendente per determinare la forza del tema e il settore di vita più importante per il soggetto.

Vi sarebbero poi molti altri elementi che meriterebbero una descrizione, come il particolarissimo sistema utilizzato per la previsione (i periodi planetari, Dasha), o la miriade di carte divisionali o derivate che si ottengono con una diversa suddivisione interna dei 12 segni di base, ma dal momento che non è l’obiettivo di questo articolo dare una descrizione dell’intera astrologia indiana, mi limiterò a citare per ultima la Navamsha, ovvero la carta divisionale più importante.

Questa carta derivata si ottiene suddividendo ciascuno dei 12 segni zodiacali siderali in 9 parti: partendo dall’Ariete avremo che i primi 3°20’ saranno assegnati all’Ariete, i secondi 3°20’ al Toro, i successivi ai Gemelli, e avanti in questo modo. Il segno del Toro di conseguenza inizierà con i primi 3°20’ che apparterranno al Capricorno, i secondi all’Acquario, i terzi ai Pesci etc. La sequenza procede così ininterrotta fino all’ultimo segmento di 3°20’ del segno dei Pesci che sarà assegnato proprio ai Pesci.

Prendendo nota della posizione dei pianeti e dell’Ascendente (Lagna) all’interno di questo micro-zodiaco si costruisce una nuova carta detta Navamsha o D9, che sarà molto importante soprattutto per definire in maniera più sottile la forza dei pianeti. Ad esempio può accadere che un pianeta che nella carta principale non abbia particolare dignità, nella D9 si trovi in domicilio oppure in caduta, fatto che può costituire un’informazione importante. Un’altra condizione speciale che può verificarsi è che un certo pianeta risulti nel medesimo segno in entrambe le carte, condizione considerata come particolarmente fortunata (Vargottama).

Atmakaraka, il pianeta dell’anima

Ma veniamo ora al cuore di questo articolo. Il pianeta che nell’astrologia indiana rappresenta naturalmente lo spirito, ovvero l’elemento divino, è il Sole (Surya), ma con ciò ci si riferisce soprattutto a Dio in sé, non tanto alla scintilla divina che è la nostra singola anima. Per avere invece informazioni più precise su quest’ultima alcune scuole di Jyotish (Jaimini) hanno sviluppato un sistema interpretativo molto caratteristico e particolare.

Quando si analizza un cielo di nascita dal punto di vista psicologico e delle relazioni, diventa importante una classificazione dei pianeti detta Chara Karaka, in cui ad ogni pianeta viene attribuito un particolare ruolo in base alla sua longitudine zodiacale (relativa, non assoluta). Potremmo dire che si tratta di un sistema che considera i pianeti come significatori accidentali (letteralmente mobili) anziché in base ai loro significati naturali.

A questo scopo si prende in considerazione uno schema a 8 pianeti, dove in sostanza rimane escluso dal gruppo soltanto Ketu, il Nodo Sud, significando esso in questo caso la liberazione finale o Moksha.

Un astro, secondo questo metodo di analisi astrologica, può diventare ad esempio il significatore del padre, dell’aiutante, dei fratelli, della sposa etc. Ma quello che desidero mettere al centro dell’attenzione qui è il Re tra i pianeti, quello che rappresenta il soggetto stesso di quel cielo di nascita sotto il punto di vista dell’anima.

Nel cuore di ogni persona – ci spiegano i saggi jyotishi, gli astrologi vedici – stanno per così dire due soggetti: l’anima individuale o Jivatma, e l’anima universale o Paramatma; e l’anima umana, la coscienza, può attuare due atteggiamenti fondamentali: rivolgersi all’anima universale che è Dio stesso, o rivolgersi al mondo esterno e alle altre anime individuali. In entrambi i casi nel farlo il suo sguardo viene in qualche modo velato da una particolare qualità, o guna, che ha una natura planetaria. Questa qualità colora la visione dell’anima contribuendo a dare una specifica forma al proprio oggetto di interesse: nel caso si rivolgesse verso il divino essa lo vedrebbe allora secondo una particolare immagine o prospettiva (di qui la molteplicità delle religioni) detta Ishtadevata, mentre nel caso si rivolgesse al mondo esterno il suo atteggiamento fondamentale o visione del mondo verrebbero filtrati dal suo Atmakaraka, il pianeta dell’anima.

Si tratta nella sostanza del pianeta che ha accumulato la maggior quantità di karma dalle esistenze precedenti, e lo si riconosce in quanto è quello tra gli 8 che ha percorso il tratto più lungo all’interno del segno in cui si trova, e perciò possiede di solito la longitudine eclittica maggiore. Nell’osservare i pianeti da questo punto di vista occorre tener presente che per Rahu/Nodo Nord, dal momento che esso cammina sempre di moto retrogrado, bisogna invertire il ragionamento, e perciò esso diventa un candidato probabile al ruolo di pianeta dell’anima tanto più quanto è prossimo al grado 0° del segno che occupa.

Dal punto di vista della fisiologia occulta indiana l’anima si trova nel cuore, ma naturalmente non nel cuore fisico, bensì nel centro sottile ad esso collegato chiamato Anahata chakra, il Loto a 12 petali. Qui si trova in realtà il Paramatma/anima universale, mentre il Jivatma/anima individuale sta in un centro minore posizionato poco sopra l’Anahata chakra e quindi sorretto da esso: il Linga chakra. Questo centro sottile è descritto come avente 8 petali, perciò si intuisce subito come ad ogni petalo sia legato uno degli 8 pianeti che possono assumere il ruolo di Atmakaraka (AK).

L’Atmakaraka, il Pianeta dell’Anima, è della massima importanza per comprendere la natura profonda del soggetto e perciò va osservato attentamente ed analizzato anche in base alla casa in cui si trova, agli aspetti che fa e riceve (soprattutto le congiunzioni), alla sua posizione nella nona carta divisionale (Navamsha) etc.

Inoltre occorre tenere presente che gli 8 pianeti dello schema Chara karaka vengono disposti tradizionalmente sui vertici di una stella a 8 punte e perciò a ciascuno è associata una direzione:

EST: Sole; SUD-EST: Venere; SUD: Marte; SUD-OVEST: Rahu; OVEST: Saturno; NORD-OVEST: Luna; NORD: Mercurio; NORD-EST: Giove.

In questo modo abbiamo quattro coppie di pianeti che individuano i quattro assi della stella: Sole-Saturno, Luna-Venere, Marte-Mercurio, Giove-Rahu. Tra i componenti di ogni coppia esiste un legame particolare, come una sorta di attrazione tra elementi complementari. Il significato di questa dinamica si traduce in pratica con il fatto che, non di rado, si faccia sentire a livello psicologico anche l’altro astro della coppia a cui appartiene un certo pianeta dell’anima, specie qualora i due siano legati nel cielo di nascita da significativi aspetti o familiarità. Inoltre il pianeta complementare ad ogni AK può darci importanti indicazioni per la nostra direzione evolutiva.

Ma veniamo, per concludere, ad alcune brevi indicazioni riguardanti gli 8 pianeti quando assumono il ruolo di Atmakaraka o pianeta dell’anima, tenendo anche conto che quando si tratti del Sole, della Luna o del governatore del segno Ascendente (secondo lo zodiaco indiano-siderale) ciò è ancora più significativo che negli altri casi.

SOLE (Surya): può indicare un’autostima altalenante e un forte desiderio di leadership, di potere e di successo personale. Di conseguenza diventa particolarmente importante imparare l’umiltà e controllare il proprio orgoglio. Si prospettano probabilmente molte sfide esistenziali: che sia un sole spirituale a guidarci verso le mete superiori e verso la retta azione.

LUNA (Chandra): è indice spesso di una certa instabilità interiore, della tendenza a darsi molto agli altri nella ricerca de felicità e dell’amore. Qui è indicato il sentiero della Bhakti, della devozione, la ricerca delle emozioni profonde e veritiere, della compassione e della preoccupazione per gli altri.

MARTE (Kuja): parla di un’anima appassionata, a volte imprudente, aggressiva o competitiva, e perciò è importante che il soggetto coltivi la via della non-violenza (Ahimsa) e divenga un vero guerriero spirituale.

MERCURIO (Budha): porta curiosità, desiderio di imparare e a volte senso di superiorità intellettuale; anche la sensazione di essere incompresi. In questo caso sarà importante il controllo della parola, per fare in modo che essa sia sempre veritiera e volta all’aiuto e all’elevazione del prossimo.

GIOVE (Guru): indica spesso la tendenza ad assumere il ruolo dell’insegnante e del saggio consigliere, e perciò le prove richiederanno di rimanere saldi in questo impegno e responsabilità, di rispettare i propri stessi maestri e anche coloro che non la pensano come noi.

VENERE (Shukra): vi è una forte natura sensuale, edonistica e sentimentale. Sarà importante allora lavorare molto sulla purezza e sulla trasparenza nelle relazioni, accettarle così come sono, distinguere tra amore e passioni. Anche l’arte può diventare una via di trasmutazione della sensualità.  

SATURNO (Shani): non è un pianeta facile, ci impronta al dovere e al duro lavoro, può metterci in contatto con dolori e sofferenza e chiede di aiutare gli altri, condividerne le difficoltà rimanendo saldi ed imperturbabili, evitare in ogni modo di recare danno al prossimo.

NODO NORD (Rahu): parla di esperienze di vita estreme, di sete di esperienze e traguardi. Spesso conduce a sperimentare (subiti o inflitti) inganni, tradimenti, delusioni, shock. Necessità di coltivare un carattere ed un’azione sinceri e costruttivi.

Per saperne di più sull’astrologia indiana dai un’occhiata qui: https://srath.com/ e https://komilla.com/

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